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      In uno di questi canali videro una canoa di pescatori indiani, i quali con molta sicurtà e quiete, senza far moto alcuno aspettarono la barca che andava alla volta loro, e poi, quando fu loro vicina, fecero segno che dovesse fermarsi un poco finché finivano di pescare. Il modo col quale essi pescavano ai nostri parve tanto nuovo e strano che si contentarono di compiacer loro, ed era questo. Avevano legati con spaghi alcuni pesci alla coda, che da noi sono detti pesci riversi, i quali pesci vanno incontro agli altri pesci, e con certa asprezza che hanno nella testa e scorre fino al mezzo della schiena si attaccano così fortemente col pesce più vicino che sentendo ciò gl'Indiani, tirando il filo, tirano l'uno e l'altro a un tratto: e fu una testuggine quella che i nostri videro allora esser presa da quei pescatori, al collo della quale detto pesce s'era appiccato, ove sogliono sempre appiccarsi, perché son sicuri così che il pesce da loro preso non li può mordere: ed io ne ho veduto di attaccati così a grandissimi tiburoni. Ora, dopo che gl'Indiani della canoa ebbero finita la loro caccia della testuggine e di due altri pesci che avevano presi prima, subito si accostarono alla barca con molta pace, per intendere quel che volevano i nostri; e per comandamento dei Cristiani che c'erano, vennero con essi alle navi, ove l'Ammiraglio fece loro gran cortesia e intese da essi che per quel mare erano infinite le isole; e prontamente donarono tutto quello che essi avevano: ma l'Ammiraglio non volle che si pigliasse altro da loro che il pesce, perché il restante erano le loro reti, e gli ami, e le zucche ch'essi portavano piene d'acqua per bere.


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Historie del S.D. Fernando Colombo
(Vita di Cristoforo Colombo)
di Fernando Colombo
pagine 337

   





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