Pertanto col favor di Dio uscitone alfine, navigò, secondo che il vento e le secche gli concedevano, sempre per un mare molto bianco e di due braccia di fondo, che non cresceva né scemava se non quando si accostava troppo ad alcuna delle dette secche, ove aveva bisogno di fondo. Oltre il quale impedimento ogni dì nel tramontar del sole era molestato da diverse acque che si generano in quelle montagne dalle lagune che giacciono presso al mare, di che patì grande incomodo e fastidio, finché tornò ad accostarsi all'isola di Cuba verso oriente, là dov'era stato il suo primo cammino. Quindi, così come anche trovò nella sua prima venuta, uscì un odore come di fiori di grandissima soavità.
Ed ai 7 di luglio smontò ad udir messa in terra, dove gli si accostò un cacico vecchio, signore di quella provincia, il quale stette molto attento alla messa, e poi che fu finita, per cenni e come poté meglio significò che era molto ben fatto che si rendessero grazie a Dio, poiché l'anima, essendo buona, doveva andare in cielo, e il corpo aveva da rimanere in terra, e che le anime dei rei dovevano andare all'inferno. E fra le altre cose disse ch'egli era stato nell'isola Spagnola e ivi conosceva dei principali uomini, siccome anche in Giamaica, e ch'era andato molto verso l'occidente di Cuba, e che il cacico di quella parte vestiva come sacerdote.
CAPITOLO LVIII
La gran fame e i travagli che l'Ammiraglio con la sua gente patì e come egli ritornò a Giamaica.
Quindi partito il mercoledì ai 16 di luglio, accompagnato da terribilissime pioggie e venti, giunse presso al capo di Croce in Cuba, dove all'improvviso fu assalito da sì grossa e importuna pioggia e da tanti nembi che gli fecero porre il bordo sott'acqua.
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