Ma piacque a Dio di salvarli. Giunti poscia che furono, ai 24 di settembre navigarono fino alla più orientale parte della Spagnola, e quindi passarono ad un'isoletta che giace fra la Spagnola e San Giovanni e dagl'Indiani è detta Mona.
Da quest'isoletta in poi non segue l'Ammiraglio a raccontare nel suo diario la navigazione che fece, né dice come egli tornò all'Isabella: ma solamente che, andato dalla Mona a San Giovanni, per le importanti fatiche patite, e per la sua debolezza, e per la carestia del cibo, fu assalito da un'infermità molto grave, tra febbre pestilenziale e mal di mazzucco, la quale lo privò della vista, dei sensi, e della memoria in un subito. Per cui tutta la gente dei navigli deliberò di abbandonare l'impresa che faceva di scoprire tutte le isole dei Caribi e di tornarsene all'Isabella; dove in 5 dì giunsero, che fu ai 30 di settembre: e quivi piacque a Dio di rendergli la sanità, quantunque gli durasse l'infermità più di 5 mesi: la cagione di cui attribuivano ai travagli patiti in quel viaggio, e alla gran debolezza che egli sentiva, poiché erano passati alcuna volta otto dì ch'ei non aveva dormito tre ore: cosa la quale pare impossibile, se egli stesso negli scritti suoi non fosse di ciò testimonio.
CAPITOLO LX
Come l'Ammiraglio soggiogò la Spagnola e fu dato ordine come se ne potesse trarre utile.
Tornato adunque l'Ammiraglio dallo scoprimento di Cuba e di Giamaica, trovò nella Spagnola Bartolomeo Colón suo fratello, quello che era già andato a trattare accordo col re d'Inghilterra sopra lo scoprimento delle Indie, come di sopra abbiamo detto.
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