E non è dubbio che tale ordinamento avrebbe avuto effetto se non succedevano poi quei movimenti fra i Cristiani che più oltre racconteremo, perché dopo la prigionia di Caunabó restò la regione tanto pacifica che da quel tempo in poi un solo Cristiano andava sicuramente ovunque voleva, e gl'Indiani stessi lo conducevano dove a lui più piaceva, come s'usa nelle poste, sugli omeri, il che l'Ammiraglio non riconosceva da altri che da Dio e dalla buona sorte dei Re Cattolici, considerando che altrimenti sarebbe stato impossibile che 200 uomini mezzi ammalati e male armati fossero stati bastanti a superare tanta moltitudine, la quale non solo volle la Divina Maestà metter sotto la sua mano, ma diede loro così gran penuria di vettovaglie e così varie e gravi infermità, che li ridusse in un terzo di quel che prima erano, affinché più chiaro apparisse che dalla sua alta mano e volontà procedono sì miracolose vittorie e le soggiogazioni dei popoli, e non già da nostre forze od ingegno, o dalla loro pusillanimità, poiché quand'anco i nostri fossero loro stati superiori, certa cosa era che la loro moltitudine avrebbe potuto supplire a ogni vantaggio dei nostri.
CAPITOLO LXI
Alcune cose vedute nell'isola, e i costumi, le cerimonie e la religione degl'Indiani.
Ritornava adunque la gente di quell'isola più domestica, e praticando essa più sicuramente coi nostri si ebbe cognizione di molte cose e segreti della regione e specialmente che v'erano miniere di rame, di azzurro, d'ambra, verzì, ebano, incenso, cedro, e molte gomme fini, e spezierie di diverse sorti, benché selvatiche, le quali essendo coltivate si potevano ridurre a perfezione, come la cannella fina di colore, ancorché amara di sapore, zenzero, pepe lungo, assai specie di morari per la seta, i quali in tutto l'anno hanno foglia, e molti altri alberi e erbe di utilità, di cui nelle nostre parti non si ha cognizione veruna.
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