CAPITOLO LXXVI
Come di Castiglia vennero i navigli con vettovaglie e soccorso.
Essendo adunque così divisi i Cristiani, come abbiamo detto, e tardando troppo a venire i navigli di Castiglia con soccorso, non potevano né il prefetto né don Diego mantener quieta la gente che era loro rimasta perché, essendo per lo più coloro di bassa condizione e desiderosi di quella vita e del buon tempo che l'Orlando prometteva loro, acciò che non fossero abbandonati temevano di punire i rei; il che li faceva tanto disubbidienti che era quasi impossibile il trovar ordine per acquetarli, per cui era necessario che sopportassero gl'insulti dei sollevati. Ma volendo il sommo Dio dar loro alcun conforto, fece arrivare finalmente i due navigli dei quali abbiamo detto di sopra, che un anno dopo la partenza dell'Ammiraglio dalle Indie erano stati mandati, non senza grande istanza e sollecitudine che per spedirli egli usò alla Corte, giacché, considerando egli la qualità della terra e la natura della gente che vi aveva lasciata e il gran pericolo che poteva cagionare il ritardo, invitò ed ottenne dai Re Cattolici che si mandassero innanzi quei due dei 18 navigli i quali gli era da loro stato comandato che armasse. Con l'arrivo di questi, sì per quel soccorso di gente e per le vettovaglie che portavano, come per la certezza che si ebbe d'esser giunto in Spagna l'Ammiraglio a salvamento, quelli del prefetto presero animo e vigore per servire con maggiore fedeltà e quelli d'Orlando temettero del loro castigo.
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