Costoro, desiderosi d'intendere alcuna cosa di nuovo e di fornirsi di quel che mancava loro, deliberarono di andare a San Domingo, dove i navigli erano capitati, pur con speranza di tirare alcuno alla loro devozione. Ma perché il prefetto era stato avvertito della loro venuta ed era più vicino a quel porto, andò loro incontro, per impedirgli la strada; e poste buone guardie ai passi, andò al porto a vedere i navigli e a dar ordine alle cose di quel luogo. E desiderando che l'Ammiraglio trovasse l'isola pacifica e quietati i rumori, tornò a proporre nuovi patti all'Orlando, il quale era 6 leghe discosto con la sua gente, mandandogli perciò il capitano che era venuto coi due detti navigli, chiamato Pietro Fernandez Coronel, sì perché era uomo onorato e di autorità, come perché sperava che dovessero aver maggiore efficacia le sue parole, poiché come testimonio di veduta poteva accertarli dell'arrivo in Spagna e della buona accoglienza ch'era stata fatta all'Ammiraglio, e della gran prontezza che i Re Cattolici dimostravano di volere aggrandirlo. Ma temendo i principali dell'impressione che quest'ambasciatore poteva fare nella maggior parte di loro, non lo lasciarono parlare in pubblico; anzi con le balestre e con le saette lo ricevettero sulla via, di modo che egli poté solamente dire alcune poche parole a quelli che ad udirlo furono deputati; e così, senza che fosse presa altra risoluzione, si tornò alla terra, ed essi se n'andarono all'alloggiamento che avevano in Suragna, non senza paura che l'Orlando e alcuno dei principali della sua compagnia non scrivessero agli amici, i quali fra la gente del Prefetto avevano, pregandoli caldamente che, venuto l'Ammiraglio, fossero loro presso a lui buoni intercessori, poiché solo contro il prefetto erano le loro giuste querele, e non contro esso Ammiraglio, anzi erano desiderosi di ritornare alla sua grazia e obbedienza.
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