Per la qual cosa, e perché né essi né altri non potessero dolersi di lui, né dire che per forza li teneva quivi, comandò ai 22 di settembre che fosse fatto un bando in nome dei Re Cattolici, promettendo loro passaggio e vettovaglie. E dall'altro canto, essendo ragguagliato che l'Orlando con parte della sua gente veniva alla volta di San Domingo, comandò a Michel Balestriere, castellano della Concezione, che guardasse bene quella terra e fortezza e che, venendo l'Orlando per quella banda, gli dicesse da parte sua che egli aveva ricevuto gran noia dei suoi travagli e di tutte le cose passate, né voleva che più si parlasse di ciò, donando perdono generale, e pregavalo a venir subito ove era esso Ammiraglio, senza paura di cosa alcuna, acciò che col suo consiglio si provvedesse a quel che toccava al servigio dei Re Cattolici: e che, se gli pareva che facesse bisogno di alcun salvacondotto, glielo avrebbe mandato, qual da lui fosse domandato.
A che il Balestriere rispose ai 24 di febbraio aver per nuova certa che il giorno avanti era giunto Richelme alla villa del Bonao, e che Adriano e l'Orlando, che erano i principali, dovevano congiungersi fra 7 od 8 giorni, nel qual tempo in quel luogo poteva prenderli; siccome ancor fece. Pertanto, avendo egli loro favellato conforme alla commissione datagli, li trovò molto duri e scortesi, dicendo l'Orlando che non erano venuti a trattar d'accordo, né volere, né aver bisogno di pace, perché egli aveva l'Ammiraglio e il suo stato nel pugno, per sostentarlo, o disfarlo, come gli piacesse: e che non parlassero di patti o d'accordo fin tanto che non gli fossero mandati tutti gl'Indiani che erano stati presi nell'assedio della Concezione, poiché la loro adunata era stata per servire il Re e per favorirlo, e avendoli egli assicurati sotto la sua parola.
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