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      La decima e ultima cagione fu perché, oltre che i detti sollevati non vollero trattar d'accordo con altri che con lui, tutti ad una voce dicevano che, se fosse bisognato, lo avrebbero preso per loro capitano. Ma considerando l'Ammiraglio dall'altra parte che il Carvagial era prudente, savio, e gentiluomo, e che ciascuno dei sopraddetti indizi poteva aver risposta e non essere forse vero quello che gli era detto, e stimandolo personaggio che non avrebbe fatta cosa che non dovesse fare, desideroso di estinguere quel fuoco deliberò di conferire con tutti i principali che seco erano la risposta dell'Orlando, per pigliar risoluzione in quel che sopra ciò doveva farsi, ed essendo tutti d'accordo, mandò il Carvagial insieme col castellano Balestrier perché trattassero l'accordo.
      Ma non riportarono altro dall'Orlando se non che, poiché non avevan menati gl'Indiani ch'egli aveva domandati, non parlassero di accordi altrimenti. Alle quali parole soddisfacendo con la sua prudenza, il Carvagial fece a tutti così buon ragionamento, che mosse l'Orlando e tre o quattro dei principali ad andare a visitar l'Ammiraglio e a fermar seco accordo. Ma, dispiacendo ciò molto agli altri, mentre che l'Orlando e gli altri montavano a cavallo per andar col Carvagial a trovar l'Ammiraglio, li assaltarono dicendo non voler in modo alcuno che egli vi andasse, e che, se pure accordo aveva da farsi, sì facesse in scrittura, acciò che tutti avessero parte in quello che si trattasse. Di modo che, poiché si fu fermato alcuni dì sopra ciò, l'Orlando ai 15 d'ottobre di consentimento di tutti i suoi scrisse all'Ammiraglio una lettera, per la quale attribuiva al prefetto la cagione e colpa della sua divisione, dicendo ad esso Ammiraglio che, non avendo egli in scrittura dato loro sicurtà di poter andare a rendergli conto di cotal caso, essi avevano deliberato di fargli saper con scrittura le cose ed i patti che domandavano, i quali erano il premio delle opere fino allora fatte da loro, come più oltre si vedrà. Ma quantunque fossero le richieste loro esorbitanti e molto disoneste, il castellano Balestrier il dì seguente scrisse all'Ammiraglio lodando molto l'efficacia del ragionamento del Carvagial e dicendo che, poiché quello non aveva avuto forza per rimuover quella gente dal suo maligno proponimento, non sarebbe bastata altra cosa salvo che il conceder loro quel che domandavano, perché li vedeva egli così inanimati, che per cosa certa teneva che a loro tosto passata sarebbe la maggior parte di quelli che erano appresso di sua Signoria illustrissima.


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Historie del S.D. Fernando Colombo
(Vita di Cristoforo Colombo)
di Fernando Colombo
pagine 337

   





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