La prima, che mandasse quindici di loro in Castiglia coi primi navigli che partissero. La seconda, che a coloro i quali rimanevano avrebbe data abitazione e possessioni, per il soldo loro. La terza, che con un pubblico bando si manifestasse che le cose occorse erano corse per cagion di falsi testimoni, e per colpa di alcuni maligni. La quarta, che l'Ammiraglio creasse di nuovo l'Orlando perpetuo giudice.
Fermato questo fra loro, se ne tornò l'Orlando in terra dalla caravella dell'Ammiraglio, e mandò i capitoli ai suoi, tanto a suo modo e così fuori di ragione fatti, che nel fine di quelli diceva che, se l'Ammiraglio in alcuna cosa fosse mancato, fosse loro lecito di fargliela osservare per forza, o per quella via che a loro paresse. Ma l'Ammiraglio, bramoso di veder la fine di una tanta difficoltà, considerando ch'erano oramai passati sopra ciò due anni, e che i suoi avversari con accrescimento loro nella loro contumacia perseveravansi; e vedendo che molti di quelli che con lui erano avevano ardire di radunar quadriglie e congiurare insieme per andare in altri luoghi dell'isola, come l'Orlando aveva fatto, deliberò di sottoscriverli quali si fossero: cioè di fare una patente di giudice perpetuo per l'Orlando e un'altra nella quale si contenevano le sopraddette quattro cose; e di più tutto quello che prima avevano mandato in scritto, la copia di che abbiamo posta di sopra.
E poi martedì ai 5 di novembre cominciò l'Orlando ad usare la sua autorità, e così essendo a lui solo ciò conceduto, creò giudice del Bonao Pietro Riquelme, con autorità d'imprigionare i rei di casi criminali, ma che mandasse i rei di casi di morte alla fortezza della Concezione, acciò ch'egli li potesse giudicare.
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