Ed ai 20 di novembre del 1500 avendo scritto ai Re ch'era giunto a Cadice, essi, inteso come veniva, tosto diedero ordine che fosse rilasciato, e scrissero a lui lettere piene di benignità, dicendo dispiacer molto loro dei suoi travagli e della scortesia usatagli dal Bobadiglia, e che dovesse andare alla Corte, ove si sarebbe atteso ai suoi negozi, e avrebbero dato ordine ch'egli fosse brevemente, e con suo onore spedito.
Con tutte le quali cose io non debbo però incolpar meno i Re Cattolici, ch'elessero per quell'incarico un uomo maligno e di sì poco sapere, perché s'egli fosse stato uomo che avesse saputo far bene il suo ufficio, lo stesso Ammiraglio si sarebbe rallegrato della sua andata, avendo egli con sue lettere supplicato che mandassero alcuno acciò che avessero vera informazione delle malvagità di quelle genti, e degl'insulti che commettevano, onde venissero a ricever castigo per altra mano, non volendo egli, per essere essi stati l'origine dei rumori con suo fratello, procedere con quel rigore che avrebbe usato un altro senza sospetto. E quantunque possa dirsi che, benché i Re Cattolici avessero così male informazioni contro l'Ammiraglio, non dovevano però mandare il Bobadiglia con tante lettere e favori, senza limitargli la commissione che gli davano, si può nondimeno rispondere per loro scusa che non fu maraviglia se così fecero, perché molte erano le querele contro l'Ammiraglio che a loro erano state mandate, secondo che di sopra abbiam detto.
CAPITOLO LXXXVII
Come l'Ammiraglio andò alla Corte a render conto di sé ai Re Cattolici.
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