E ancorché noi non sapessimo la cagione di tal novità, nondimeno giudicammo che ciò procedesse dalla paura dei grifi, che sono in quel paese, o dei nemici, perché in tutta quella costa hanno da una lega all'altra grandi inimicizie.
Da questo porto partimmo ai 20 dello stesso mese con bonaccia non ben sicura, e non sì tosto uscimmo in mare, i venti e la fortuna tornarono a molestarci in modo che fummo costretti ad entrare in un altro porto, onde uscimmo il terzo dì con mostra di miglior tempo: il quale però, come chi aspetta il nemico dietro ad un cantone, tosto ci assalì di guisa che ci menò seco quasi presso al Pegnone ed essendo già in speranza di entrar nel porto ove prima ci eravamo ricoverati, quasi che si giuocasse, presso alla bocca dello stesso porto ci assalì il tempo così violento che, se ci fu prospero in cosa alcuna, fu che ci concedette il poter pigliar quel porto dalla cui bocca ci aveva prima ritirati, ove il giovedì ai 13 dello stesso mese di dicembre eravamo stati: e quivi stemmo dal secondo giorno di Natale fino ai tre dì di gennaio del seguente anno 1503, che, avendo acconciato quivi il naviglio Gallego e pigliato molto maiz, e acqua, e legna, tornammo al cammino di Beragua con assai cattivi e contrari tempi, i quali con effetto si mutavano in rei come l'Ammiraglio mutava la via del suo cammino. E fu ciò cosa tanto strana e non mai più veduta, che io non avrei annotate tante mutazioni se, oltre l'essermi trovato presente, non l'avessi veduto scritto da Diego Mendez, che navigò con le canoe di Giamaica, di che più oltre farò menzione: il quale ancora scrisse questo viaggio, e nella lettera che per lui l'Ammiraglio mandò ai Re Cattolici, dalla cui lezione, poiché essa si trova stampata, il lettore conoscere potrà quel che noi patimmo, e quanto la fortuna perseguita colui che essa dovrebbe più prosperare.
| |
Pegnone Natale Gallego Beragua Ammiraglio Diego Mendez Giamaica Ammiraglio Re Cattolici
|