Il dì seguente il Prefetto comandò che tornasse indietro il più della gente per terra ai navigli, e con 30 uomini seguì il suo cammino verso Zobraba, dove erano più di 6 leghe di maizali, che sono come campi di frumenti; e quindi andò a Cateba, che è un'altra popolazione, e in ambedue gli fu fatta buona accoglienza, e donategli molte cose da mangiare, riscattando tuttavia alcuni specchi d'oro, i quali, come abbiamo detto, sono come patene di calici, altri maggiori e altri minori, di peso di 12 ducati, e altre di più, e molte di assai meno: le quali portano al collo con uno spaghetto, come noi portiamo un Agnus Dei o altra reliquia. E perché oramai il Prefetto si era allontanato troppo dai navigli, senza che per tutta quella costa avesse trovato alcun porto né fiume più grosso di quello di Betlem per far la sua abitazione, ai 24 di febbraio tornò per lo stesso cammino con più di *** ducati d'oro, fatto di baratti.
Giunto adunque che fu, di subito con diligenza si diede ordine alla sua permanenza, perché a schiere di 10 in 10 e di più o meno, come si accordavano quelli che vi avevano da rimanere, i quali erano 80 persone, cominciarono a fabbricare delle case sulla riva del sopraddetto fiume di Betlem, discosto dalla foce un tratto di bombarda, passata una fossa, la quale giace a mano dritta entrando per il fiume, nella cui bocca s'erge un monticello. Oltre queste case, che erano di legname e coperte di foglie di palme le quali nascevano nella spiaggia, si fabbricò un'altra casa grande, che servisse di fondaco e di casa di munizione, nella quale si mise molta artiglieria, polvere, vettovaglie, e altre munizioni simili per sostentamento de' popolatori; quelle però che erano più necessarie, cioè vino, biscotto, aglio, aceto, cacio e molti legumi, perché altra cosa da mangiare non vi era.
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Prefetto Zobraba Cateba Agnus Dei Prefetto Betlem Betlem
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