Scelte adunque due canoe atte a quello che noi volevamo, l'Ammiraglio nel mese di luglio del 1503 comandò che in una di quelle andasse Diego Mendez di Segura, scrivano maggiore di quell'armata, con 6 Cristiani e 10 Indiani i quali vogassero, e nell'altra mandò Bartolomeo Fiesco, gentiluomo genovese, con altrettanta compagnia, acciò che, tosto che Diego Mendez fosse nella Spagnola, seguisse di lungo il suo cammino finché giungesse a San Domingo, il qual luogo era quasi 250 leghe lontano dal luogo ove noi eravamo, e il Fiesco ritornasse a portare la nuova che l'altro fosse passato a salvamento, e non stessimo con dubbio e paura se gli fosse avvenuta alcuna disgrazia il che si doveva temere molto, considerato, come abbiamo detto, la poca resistenza che una canoa può fare a qual si voglia piccola alterazione di mare, e specialmente essendovi dentro i Cristiani, perché se vi fossero andati Indiani soli, non vi sarebbe stato così gran pericolo, essendo essi destri tanto che, quantunque la canoa si anneghi loro a mezzo il Golfo, nuotando tornano a pigliarla e vi entrano dentro.
Ma perché l'onore e il bisogno fanno imprendere altre cose di maggior pericolo, i sopraddetti presero il loro cammino per la costa all'insù della detta isola di Giamaica, camminando verso oriente, finché giunsero alla punta orientale dell'isola, che gli Indiani chiamano Aomaquique per un cacico di quella provincia così nomato, che dista 33 leghe da Maima, che è il luogo dove noi ci eravamo fatti forti. E perché l'attraversamento dall'isola all'altra è di 30 leghe, e nella strada non v'è altro che un'isoletta, o scoglio, 8 leghe lontano dalla Spagnola, per passar così gran golfo con tal sorte di legni fu necessario che aspettassero gran calma, la quale piacque a nostro Signore che venisse in breve.
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