Di modo che, venuta la sera, avendo gettato in mare uno che era morto di sete, e giacendo altri distesi nel piano della canoa, erano tanto tribolati di spirito e così deboli e senza forze, che quasi niun cammino facevano. Ma così a poco a poco, prendendo qualche volta dell'acqua del mare per rinfrescar la bocca, il che possiamo dire che fosse rimedio usato al nostro Signore, quando disse Sitio, seguirono come potevano, finché li raggiunse anche la seconda notte senza vista di terra. Ma perché erano messi di colui che Dio voleva salvare, concesse loro grazia che in tempo di tanto bisogno Diego Mendez, all'apparir della luna, vedesse che usciva sopra terra, perché un'isoletta copriva la luna a guisa di eclissi. Né in altro modo avrebbero potuto vederla, perché era piccola, e per esser l'ora che era. Con grande allegrezza adunque, confortandoli, e mostrando loro terra, diede loro tanto animo, col somministrare alla loro molta sete un poco da bere del barile, che vogarono in guisa che la mattina seguente si trovarono sull'isoletta, la quale abbiam detto che giaceva a 8 leghe discosto dalla Spagnola, chiamata Nabaza.
Questa trovarono tutta essere intorno di pietra viva, e di circuito di mezza lega. Smontati adunque in essa ove meglio potettero, tutti resero molte grazie a Dio di tanto soccorso: e, perché non v'era acqua dolce viva, né albero alcuno, ma sassi, andarono di sasso in sasso raccogliendo con zucche l'acqua piovuta che essi trovavano, di cui Dio diede loro tanta copia, che bastò perché empissero i ventri e i vasi; e, ancorché coloro che più sapevano avvertissero gli altri che nel bere regolati fossero, nondimeno, spinti dalla sete, alcuni Indiani uscirono fuor di regola e vi rimasero morti, altri si guadagnarono di gravissime infermità.
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