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      E di ciò fu cagione, in Firenze, che uno nobile giovane cittadino, chiamato Buondalmonte de' Buondalmonti, avea promesso torre per sua donna una figliuola di messer Oderigo Giantruffetti. Passando dipoi un giorno da casa i Donati, una gentile donna chiamata madonna Aldruda, donna di messer Forteguerra Donati, che avea due figliuole molto belle, stando a' balconi del suo palagio, lo vide passare, e chiamollo, e mostrògli una delle dette figliuole, e disseli: "Chi ài tu tolta per moglie? io ti serbavo questa". La quale guardando molto li piacque, e rispose: "Non posso altro oramai". A cui madonna Aldruda disse: "Sì, puoi, ché la pena pagherò io per te". A cui Bondalmonte rispose: "E io la voglio". E tolsela per moglie, lasciando quella avea tolta e giurata. Onde messer Oderigo, dolendosene co' parenti e amici suoi, diliberarono di vendicarsi, e di batterlo e farli vergogna. Il che sentendo gli Uberti, nobilissima famiglia e potenti, e suoi parenti, dissono voleano fusse morto: ché così fia grande l'odio della morte come delle ferite; cosa fatta capo à. E ordinorono ucciderlo il dì menasse la donna; e così feciono. Onde di tal morte i cittadini se ne divisono, e trassersi insieme i parentadi e l'amistà d'amendue le parti, per modo che la detta divisione mai non finì; onde nacquero molti scandoli e omicidi e battaglie cittadinesche. Ma perché non è mia intenzione scrivere le cose antiche, perché alcuna volta il vero non si ritruova, lascerò stare; ma ho fatto questo principio per aprire la via a intendere ,donde procedette in Firenze le maladette parti de' Guelfi e Ghibellini: e ritorneremo alle cose furono ne' nostri tempi.


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Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi
di Dino Compagni
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