E per vigore del compromesso sentenziò, che i Ghibellini tornassono in Firenze con molti patti e modo; e accordò tra loro li ufici di fuori; e al governo della città ordin= XIIII cittadini, cioè VIII Guelfi e VI Ghibellini; e a molte altre cose pose ordine, e pene ad amendue le parti, legandoli sotto la Chiesa di Roma. Le quali leggi e patti e promesse fe' scrivere tra le leggi municipali della città.
La potente e superba famiglia degli Uberti, sentenziò stesse alcuno tempo a' confini, con altri di loro parte: e dove fussono le loro famiglie, godere i loro beni come gli altri; e a quelli che sostenessono lo incarico de' confini, fusse dato dal Comune, per ristoro del suo esilio, alcuni danari il dì ma meno al non cavaliere che al cavaliere.
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Correndo la città novamente pericolo per civili discordie, alcuni popolani, fra' quali Dino, si consigliano insieme: e per assicurare il Popolo dalla prepotenza dei Grandi, istituiscono il Magistrato delle Arti o de' Priori(1280 - 1282).
Stando amendue le parti nella città, godendo i benefici della pace, i Guelfi che erano più potenti cominciorono di giorno in giorno a contraffare a' patti della pace. Prima tolsono i salari a' confinati; poi a chiamare gli ufici sanza ordine; i confinati feciono rubelli: e tanto montò il soprastare, che levorono in tutto gli onori e' benefici a' Ghibellini, onde crebbe tra loro la discordia.
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