Onde il podestà, essendo ingannato, prosciolse messer Corso, e condannò messer Simone. I cittadini che intesono il fatto, stimorono l'avesse fatto per pecunia, e che fosse nimico del popolo; e spezialmente gli adversari di messer Corso gridarono a una voce: "Muoia il podestà! Al fuoco, al fuoco!". I primi cominciatori del furore furon Taldo della Bella e Baldo dal Borgo, più per malivolenzia aveano a messer Corso, che per pietà dell'offesa giustizia. E tanto crebbe il furore, che il popolo trasse al palagio del potestà con la stipa per ardere la porta.
Giano, che era co' Priori, udendo il grido della gente, disse: "Io voglio andare a campare il podestà delle mani del popolo"; e montò a cavallo, credendo che il popolo lo seguisse e si ritraesse per le sue parole. Ma fu il contrario, ché li volsono le lancie per abbatterlo del cavallo: il perché si tornò adietro. I Priori, per piacere al popolo, scesono col gonfalone in piaza, credendo attutare il furore. Et e' crebbe sì, ch'eglino arsono la porta del palagio, e ruborono i cavalli e arnesi del podestà. Fuggissi il podestà in una casa vicina; la famiglia sua fu presa; gli atti furono stracciati; e chi fu malizioso, che avesse suo processo in corte, andò a stracciarlo. E acciò procurò bene uno giudice che avea nome messer Baldo dell'Ammirato, il quale avea molti adversari, e stava in corte con accuse e con piati; e avendo processi contro, e temendo esser punito, fu tanto scalterito con suoi sequaci, ch'egli spezò gli armari, e stracciò gli atti, per modo che mai non si trovorono.
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