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      I Cerchi, parenti di messer Neri da Gaville, cominciorono a sdegnare, e a procurare non avesse la redità; ma pur per forza l'ebbe. Di che si generò molto scandolo e pericolo per la città e per speziali persone. E essendo alcuni giovani de' Cerchi sostenuti per una malleverìa nel cortile del Podestà come è usanza, fu loro presentato uno migliaccio di porco, del quale chi ne mangiò ebbe pericolosa infermità, e alcuni ne morirono; il perché nella città ne fu gran romore, perché eran molti amati: del quale malificio fu molto incolpato messer Corso. Non si cercò il malificio, però che non si potea provare; ma l'odio pur crebbe di giorno in giorno, per modo che i Cerchi li cominciorono a lasciare, e le raunate della Parte, e accostarsi a' popolani e reggenti. Da' quali erano ben veduti, sì perché erano uomini di buona condizione e umani, e sì perché erano molto serventi, per modo che da loro aveano quello che voleano; e simile da' rettori. E molti cittadini tirarono da loro, e fra gli altri messer Lapo Salterelli e messer Donato Ristori giudici, e altre potenti schiatte. I Ghibellini similmente gli amavano per la loro umanità, e perché da loro traevano de' servigi e non faceano ingiurie: il popolo minuto gli amava, perché dispiacque loro la congiura fatta contro a Giano. Molto furono consigliati e confortati di prendere la signoria, che agevolmente l'arebbono avuta per la loro bontà; ma mai non lo vollono consentire.
     
      Essendo molti cittadini un giorno, per seppellire una donna morta, alla piazza de' Frescobaldi, e essendo l'uso della terra a simili raunate i cittadini sedere basso in su stuoie di giunchi, e i cavalieri e dottori su alto sulle panche, e essendo a sedere, i Donati e i Cerchi, in terra (quelli che non erano cavalieri), l'una parte al dirimpetto all' altra, uno o per racconciarsi i panni o per altra cagione, si levò ritto.


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Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi
di Dino Compagni
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