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      Tornano da Roma due degli ambasciatori. La Signoria si rimette nella volontà del pontefice, e, segretamente, chiede un suo legato. Lo risanno i Neri: loro timori e supposizioni. Com'era internamente ordinata Parte nera (... - primi di novembre 1301).
     
      In questo tempo tornorono i due anbasciadori rimandati indietro dal Papa: l'uno fu Maso di messer Ruggierino Minerbetti, falso popolano, il quale non difendea la sua volontà ma seguiva quella d'altri; l'altro fu il Corazza da Signa, il quale tanto si riputava guelfo, che appena credea che nell'animo di niuno fusse altro che spenta. Narrarono le parole del Papa: onde io a ritrarre sua anbasciata fui colpevole: missila ad indugio, e feci loro giurare credenza; e non per malizia la indugiai. Appresso raunai sei savi legisti, e fecila innanzi loro ritrarre, e non lasciai consigliare: di volontà de' miei compagni, io propuosi e consigliai e presi il partito, che a questo signore si volea ubidire, e che subito li fusse scritto che noi eravamo alla sua volontà, e che per noi addirizare ci mandasse messer Gentile da Montefiore cardinale. Intendi questo signore per Papa e non per messer Carlo.
     
      Colui, che le parole lusinghevoli da una mano usava e da l'altra producea il signore sopra noi, spiando chi era nella città, lasciò le lusinghe e usò le minacce. Uno falso anbasciadore palesò la imbasciata, la quale non aveano potuto sentire. Simone Gherardi avea loro scritto di Corte, che il Papa gli avea detto: "Io non voglio perdere gli uomini per le femminelle".


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Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi
di Dino Compagni
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