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      Facemmo, pe' consigli, leggi aspre e forti, e demo balìa a' rettori contro a chi facesse rissa o tumulto, e pene personali imponemo, e che mettessero il ceppo e la mannaia in piaza, per punire i malifattori e chi contrafacesse.
     
      A messer Schiatta Cancellieri capitano di guerra crescemo balìa, e confortamo di ben fare; come che niente valse, però che i messi, famigli e berrovieri lo tradirono. E trovossi che XX berrovieri de' loro doveano avere fiorini M e ucciderli, li quali misono fuori del palazzo. Molto si studiavano difendere la città dalla malizia de' loro adversari; ma niente giovò, perché usoron modi pacifici, e voleano esser repenti e forti. Niente vale l'umiltà contro alla grande malizia.
     
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      Minacce e apparecchio de' Neri; impaccio e dappocaggine de' Bianchi (primi di novembre 1301).
     
      I cittadini di Parte nera parlavano sopra mano, dicendo: "Noi abiamo il signore in casa; il Papa è nostro protettore; gli adversari nostri non sono guerniti né da guerra né da pace; danari non ànno; i soldati non sono pagati". Eglino aveano messo in ordine tutto ciò che a guerra bisognava, per accogliere tutte le loro amistà nel sesto d'Oltrarno; nel quale ordinorono tenere Sanesi, Perugini, Lucchesi, Saminiatesi, Volterrani, Sangimignanesi. Tutti i vicini avean corrotti: e avean pensato tenere il ponte a Santa Trinita, e dirizare su due palagi alcuno edificio da gittare pietre: e aveano inviati molti villani dattorno, e tutti gli sbanditi di Firenze.
     
      I Guelfi bianchi non ardivano mettersi gente in casa, perché i priori gli minacciavano di punire e chi raunata facesse: e così teneano in paura amici e nimici.


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Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi
di Dino Compagni
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