Li Spini diceano alli Scali: "De', perchè facciamo noi così? Noi siamo pure amici e parenti, e tutti Guelfi: noi non abiamo altra intenzione che di levarci la catena di collo che tiene il popolo a voi e a noi; e saremo maggiori che noi non siamo. Mercè, per Dio; siamo una cosa, come noi dovemo essere". E così feciono i Buondalmonti a' Gherardini, e i Bardi a' Mozi, e messer Rosso dalla Tosa al Baschiera suo consorto: e così feciono molti altri. Quelli che riceveano tali parole, s'ammollavano nel cuore per piatà della parte: onde i loro seguaci invilirono; i Ghibellini, credendo con si fatta vista esser ingannati e traditi da coloro in cui si confidavano, tutti rimasono smarriti. Si che poca gente rimase fuori, altro che alcuni artigiani, a cui commisono la guardia.
17
Carlo chiede alla Signoria la guardia della terra e delle porte: la quale, per Oltrarno, gli è, però senza le chiavi, concessa. Sua malafede. Ritorno degli sbanditi, e violenza de' Tornaquinci. Smarrimento della Signoria (...5 novembre e notte seguente).
I baroni di messer Carlo e il malvagio cavaliere messer Muciatto Franzesi sempre stavano intorno a' signori, dicendo che la guardia della terra e delle porti si lasciasse a loro, e spezialmente del sesto d'Oltrarno; e che al loro signore aspettava la guardia di quel sesto: e che volea che de' malfattori si facesse aspra giustizia. E sotto questo nascondeano la loro malizia; per acquistare più giuridizione nella terra il faceano.
Le chiavi gli furono negate, e le porti d'Oltrarno li furono raccomandate; e levati ne furono i Fiorentini, e furonvi messi i Franciosi.
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