Quivi s'ingrossorono con loro amici, credendo prendere Pulicciano, e quindi venire alla città. Folcieri vi cavalcò con pochi cavalli. I Neri v'andorono con grande riguardo: i quali, vedendo che i nimici non assalirono il podestà, che era con pochi, ma tagliarono i ponti e afforzaronsi, presono cuore ingrossandosi. A' Bianchi parea esser presi; e però si levorono male in ordine; e chi non fu presto a scampare, rimase; però che i villani de' conti d'attorno furono subito a' passi, e presonne e uccisonne molti.
Scarpetta con più altri de' maggiori rifuggirono in Monte Accinico. E fu l'esercito de' Bianchi e Ghibellini cavalli VIIc e pedoni IIIIm. E quantunque la partita non fusse onorevole, fu più savia che la venuta.
Messer Donato Alberti tanto fu lento che fu preso, e uno valente giovane nominato Nerlo di messer Goccia Adimari, e due giovani degli Scolari. E Nanni Ruffoli fu morto da Chirico di messer Pepo dalla Tosa.
Fu menato messer Donato vilmente su uno asino, con una gonnelletta d'uno villano, al podestà. Il quale, quando il vide, lo domandò: "Siete voi messer Donato Alberti?". Rispose: "Io sono Donato. Così ci fusse innanzi Andrea da Cerreto, e Niccola Acciaiuoli, e Baldo d'Aguglione, e Iacopo da Certaldo, che ànno distrutta Firenze ".
Allora lo pose alla colla, e accomandò la corda allo aspo, e così ve 'l lasciò stare: e fe' aprire le finestre e le porti del palagio, e fece richiedere molti cittadini sotto altre cagioni, perché vedessono lo strazio e la derisione facea di lui.
| |
Pulicciano Neri Bianchi Monte Accinico Bianchi Ghibellini Donato Alberti Nerlo Goccia Adimari Scolari Nanni Ruffoli Chirico Pepo Tosa Donato Donato Alberti Donato Andrea Cerreto Niccola Acciaiuoli Baldo Aguglione Iacopo Certaldo Firenze Folcieri
|