E però in ciò parlò bene un savio uomo guelfissimo, vedendo fare ghibellini per forza, il qual fu il Corazza Ubaldini da Signa, che disse: "E' sono tanti gli uomini che sono ghibellini e che vogliono essere, che il farne più per forza non è bene".
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I Neri tentano l'impresa di Bologna; ma la città è ben difesa da una fazione di Guelfi bolognesi e dai Bianchi fiorentini. Lega di Romagna, alla quale partecipano Bianchi e Ghibellini toscani (1303, ...aprile - giugno).
Tanto crebbe la baldanza de' Neri, che si composono col marchese di Ferrara di tòrre Bologna (e l'una delle due parti dentro, che erano amendue guelfe, dovea assalire l'altra il dì della Pasqua di Resurresso), cavalcandovi con VIc cavalli e con VIm pedoni.
I Bianchi che erano rifuggiti in Bologna, virilmente s'armorono e feciono la mostra: i Neri temerono, e non assalirono. Il marchese disfece l'armata; e i Neri si partirono. Il perché la condizione de' Bianchi migliorò in Bologna, e furonvi poi veduti volentieri, e i Neri tenuti per nimici. I Bolognesi feciono compagnia co' Romagnuoli, dicendo che il marchese gli avea voluti tradire, e, se fatto l'avesse, arebbe confusa Romagna.
In quella compagnia fu Furlì e Faenza, e Bernardino da Polenta, e la Parte bianca di Firenze, e i Pistolesi, e il conte Federigo da Montefeltro, e i Pisani.
Del mese di giugno 1303 i detti congiurati feciono taglia di Vc cavalli, e feciono capitano messer Salinguerra da Ferrara.
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I Bianchi cavalcano dal Mugello nel Fiorentino, e si uniscono con gli Aretini, prendendo alcune castella: ma non sanno valersi dll'occasione.
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