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      La città era nel piano, piccioletta, e ben murata e merlata, con forteze e con porti da guerra, e con gran fossi d'acqua; sì che per forza avere non si potea, ma attesono ad affamarla; perché soccorso avere non potea: i Pisani loro amici gli aiutavano con danari, ma non con le persone; i Bolognesi erano poco loro amici.
     
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      Assedio di Pistoia (maggio 1305 - primi mesi del 1306).
     
      I Neri elessono per loro capitano di guerra Ruberto duca di Calavria, figliuolo primogenito del re Carlo di Puglia. Il quale venne in Firenze con CCC cavalli: e insieme co' Lucchesi vi stettono buon pezo a assedio; perché i Pistolesi uomini valenti della persona, spesso uscivano fuori alle mani co' nimici e faceano di gran prodeze. Molti uomini uccisono, contadini di Firenze e di Lucca; e tenean la terra con poca gente, perché per povertà molti se ne erano usciti. E non pensando essere assediati, non si providono di vittuaglia; e poi che l'assedio vi fu, non poterono: e però la fame gli assalia. Gli uficiali che avean la guardia della vittuaglia, saviamente la stribuivano per modo segreto. Le femmine e uomini di poco valore, di notte, passavano per lo campo nascosamente, e andavano per vittuaglia alla Sanbuca, e altri luoghi ed altre castella di verso Bologna, e agevolmente la conduceano in Pistoia. Il che sentendo i Fiorentini, s'afforzarono da quella parte, per modo che poca ve ne poteano mettere. Pur con moneta e furtivamente vi se ne mettea; infino che 'l fosso non fu richiuso e fatte le bertesche: e dipoi più non vi se ne poté mettere; però che chi ve ne portava era preso, e tagliatoli il naso, e a chi i piedi.


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Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi
di Dino Compagni
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