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      Quelli che sapeano la strettezza della vittuaglia, aveano duri partiti: e il loro pensiero era tenersi fino all'estremo, e allora dirlo al popolo, e armarsi tutti; come disperati gittarsi co' ferri in mano adosso a' nimici, e "O noi morremo per niente; o forse mancherà loro il cuore, e nasconderannosi, e gitteransi in fuga o in altri vili rimedi". E così diliberarono fare, quando al fine della vittuaglia si vedessono venire: e non lasciarono però la speranza dello scampo loro.
     
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      Gli amici de' Pistoiesi impetrano dal Pontefice la venuta di un Cardinale Legato in Toscana, che è Napoleone Orsini. Ciò determina i Neri a trattare con la città; la quale, ridotta agli estremi, si rende a patti, che poi non sono osservati. Sdegno del Legato, che va a Bologna (1306... - aprile).
     
      Significarono i Pistolesi al Cardinale da Prato la loro miseria, e a altri loro segreti amici di fuori, li quali per loro procuravano. E tanto feciono, che in Corte fu eletto messer Napoleone Orsini cardinale, Legato in Toscana e nel Patriarcato d'Aquilea: e ciò si fece per soccorrere Pistoia, come terra di Chiesa. Il quale Cardinale subito si partì, e fra pochi dì giunse in Lonbardia.
     
      Iddio glorioso, il quale i peccatori batte e gastiga, e in tutto non li confonde, si mosse a pietà, e mandò nel cuore de' Fiorentini questo pensiero: "Questo signore ne viene, e giunto dirà: Questa terra è della Chiesa. E vorrà entrarvi; e noi verremo a scandolo con la Chiesa". E pensarono a venire a' rimedii.
     
      Perchè le cose si temono più da lunge che da presso, e pensa l'uomo molte cose; sì come quando una forteza o un castello si fa, molti sono che per diversi pensieri la temono, e poi che è fatta e compiuta, gli animi sono rassicurati e niente la temono; così da lunge temerono i Fiorentini il Cardinale, e da presso poco il curarono: benché ragionevolmente temere si dovea, sì per l'alteza della Chiesa, sì per la sua dignità, e sì perché era grande in Roma, e sì per la grande amicizia avea di Signori e di Comuni.


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Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi
di Dino Compagni
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