Messer Francesco da Esti, fratello del Marchese, insieme co' Bolognesi e con messer Orso degli Orsini di Roma, s'accostorono con la Chiesa. Il Cardinale andò a Ferrara, e da' Viniziani non fu ubidito: il perché fermò loro processo addosso, e condannògli: bandì loro la croce addosso, e di più luoghi v'andò assai genti contro per lo perdono e per avere soldo. I Viniziani teneano una fortezza in Ferrara, la quale il Marchese v'avea fatta molto forte, a guisa d'uno cassero. I Viniziani vi vennono per acqua, e furonvi sconfitti, e presi e mortine assai: e fu sventurata fortuna per loro, ché molto vilmente perderono, perché i nobili che v'erano l'abbandonarono.
Il Cardinale Pelagrù venne a Firenze, e con grandissimo onore fu ricevuto. Il carroccio e gli armeggiatori gli andorono incontro fino allo spedale di San Gallo; i religiosi con la processione: i gran popolani di quella parte a piè e a cavallo l'andoron a onorare.
Giunse in Firenze: e i Fiorentini molto con lui si consigliorono; e bene lo informorono come procuravano col Papa, che tardasse la venuta dello Imperadore; e pregarono nel confortasse, e così promise fare. Donaronli danari, i quali volentieri accettò, e di quelli riscosse la sua legazione; e d'accordo con loro, di Firenze partì.
Andossene il Cardinale allo Imperadore, il quale sapea i ragionamenti avea avuti co' Fiorentini, e però non li mostrò gran benivolenzia. Ritornossi al Papa: il quale, confortandolo di quanto da' Fiorentini era pregato, gli tenea in speranza, tanto che da loro ritrasse molti danari.
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