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      Venuta di Arrigo, per Genova, a Pisa. Firenze non gli manda ambasciatori, confermando per tal modo l'ostilità già mostratagli col dispregiare e disobbedire gli ambasciatori suoi. Guerra scoperta tra Firenze ed Arrigo (1311 - 1312...1310).
     
      Andossene a Genova per venire a Pisa, tutta d'animo e di parte d'Imperio; che più speranza ebbe della sua venuta che niuna altra città, e che fiorini LXm gli mandò in Lonbardia, e fiorini LXm gli promise quando fusse in Toscana, credendo riavere le sue castella e signoreggiare i suoi adversarii: quella che la ricca spada in segno d'amore gli presentò; quella che delle sue prosperità festa e allegreza faceva; quella che più minaccie per lui ricevea; quella che diritta porta per lui è sempre stata, e per li nuovi signori, che venuti sono in Toscana per mare e per terra, che a loro parte attendano; quella che da' Fiorentini è molto raguardata, quando s'allegrano delle prosperità d'Imperio.
     
      Giunse lo Imperadore a Pisa a dì VI di marzo 1311 con XXX galee; dove fu con gran festa e allegreza ricevuto e onorato come loro signore. I Fiorentini non vi mandorono anbasciadori, per non esser in concordia i cittadini. Una volta gli elessono per mandarli, e poi non li mandorono, fidandosi più nella simonìa e in corrompere la corte di Roma che patteggiarsi con lui.
     
      Messer Luigi di Savoia, mandato anbasciadore in Toscana dallo Imperadore, venne a Firenze; e fu poco onorato da' nobili cittadini, e feciono il contrario di quello doveano. Domandò, ché anbasciadore si mandasse a onorarlo e ubbidirli come a loro signore: fu loro risposto per parte della Signoria da messer Betto Brunelleschi, "che mai per niuno signore i Fiorentini inchinarono le corna". E imbasciadore non vi si mandò, ché arebbono avuto da lui ogni buon patto; perché il maggior impedimento ch'avesse, eran i Guelfi di Toscana.


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Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi
di Dino Compagni
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