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      E come sentì che lo Imperadore era a Roma, di subito vi mandò messer Giovanni suo fratello con CCC cavalli, mostrando mandarlo per sua difesa e onore della sua corona; ma lo mandò, perché s'intendesse con gli Orsini, nimici dello Imperadore, per corrompere il senato, e impedire la sua coronazione: che ben la 'ntese.
     
      Mostrando il Re grande amore allo Imperadore, li mandò suoi anbasciadori a rallegrarsi della sua venuta, facendoli grandissime proferte, richieggendolo di parentado, e che li mandava il fratello per onorare la sua coronazione, e per suo aiuto, bisognando.
     
      Rispose loro il savissimo Imperadore di sua bocca: "Tarde sono le proferte del Re, e troppo tostàna è la venuta di messer Giovanni". Savia fu la imperiale risposta, ché bene intese la cagione di sua venuta.
     
      A dì primo d'agosto 1312 fu incoronato in Roma Arrigo, conte di Luzinborgo, Imperadore e Re de' Romani, nella chiesa di San Giovanni Laterano, da messer Niccolao cardinale da Prato, e da messer Luca dal Fiesco cardinale da Genova, e da messer Arnaldo Pelagrù cardinale di Guascogna, di licenzia e mandato di papa Clemente V e de' suoi cardinali.
     
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      Giustizia di Dio contro i Neri. Quanti e chi fossero rimasti i capi di Parte nera (1308...).
     
      La giustizia di Dio quanto fa laudare la sua maestà, quando per nuovi miracoli dimostra a' minuti popoli, che Iddio le loro ingiurie non dimentica! molta pace dà a coloro nell'animo, che le ingiurie da' potenti ricevono, quando veggiono che Iddio se ne ricorda. E come si conoscono aperte le vendette di Dio, quando egli à molto indugiato e sofferto! ma quando lo indugia, è per maggior punizione; e molti credono che di mente uscito gli sia.


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Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi
di Dino Compagni
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