E chiamavansi i cavalieri del filatoio; però che i danari, che si dierono loro, si toglievan alle povere femminelle che filavano a filatoio.
Questi due cavalieri suoi figliuoli, volendo tener gran vita per esser onorati, perché parea loro che l'opere del padre il meritassono, cominciorono a calare, e messer Pino a sormontare; il quale in poco tempo si fece grande.
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Qualità e fine di Betto Brunelleschi (1311).
Messer Betto Brunelleschi e la sua casa erano di progenie ghibellina. Fu ricco di molte possessione e d'avere; fu in grande infamia del popolo, però che ne' tempi delle carestie serrava il suo grano, dicendo: "O aronne tal pregio, o non si venderà mai". Molto trattava male i Bianchi e i Ghibellini sanza niuna piatà, per due cagioni: la prima, per esser meglio creduto da quelli che reggevano; l'altra, perché non aspettava mai di tal fallo misericordia. Molto era aoperato in anbascerie, perché era buono oratore: familiare fu assai con papa Bonifazio; con messer Napoleone Orsino cardinale, quando fu Legato in Toscana, fu molto dimestico, e tennelo a parole, togliendoli ogni speranza di mettere pace tra i Bianchi e' Neri di Firenze.
Questo cavaliere fu in gran parte cagione della morte di messer Corso Donati; e a tanto male s'era dato, che non curava né Dio né 'l mondo, trattando accordo co' Donati, scusando sé e accusando altri. Un giorno, giucando a scacchi, due giovani de' Donati con altri loro compagni vennono a lui da casa sua, e fedironlo di molte ferite per lo capo, per modo lo lasciarono per morto: ma un suo figliuolo fedì un figliuolo di Biccicocco, per modo che pochi dì ne visse.
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