- Be', lasciamo gli scherzi da parte - interruppe Paolo, impassibile - chi vuole scommettere mille lire che domani, a Villa Borghese, durante il passeggio, dò un bacio a Leona?
- Se ti riesce! - osservò qualcuno. Ho paura che Leona ti mandi a dire che preferisce i tuoi mazzi di viole ai tuoi baci.
- Insomma, c'è qualcuno qui che scommette? - ripicchiò Paolo, battendo col pomo della canna sul tavolino, un po' spazientito.
- Se ti può far piacere di perdere le mille lire, scommetto io - rispose il giovane calvo, ghignando di compassione. - A un patto, però: che tu ne esca sano e salvo. Perché non mi meraviglierei che quella zingara, per far salire i prezzi, ti piantasse un coltello nel cuore.
- Sarebbe il giusto contraccambio dell'attentato di stasera - esclamò qualcuno.
- Dunque, accettato, eh, Sant'Elmo? - concluse Paolo, serio, abbottonandosi i guanti.
- Accettato - rispose l'altro, ridendo. Paolo salutò gli amici, pagò la consumazione, e uscì.
- È proprio cotto! - esclamò Sant'Elmo, arrotolando una sigaretta di latakiè con le dita di una mano sola, per darsi importanza di uomo che ha conosciuto i piaceri.
- Eh! - osservò Giorgio Ozanil, un bel giovane con una gran barba nera che dava maggior rilievo a due labbra grosse, rosse e sensuali - quelli di primo volo sono tutti così: pigliano fuoco subito.
- Il guaio è che la madre, che è stata informata della cosa, ha tagliato i viveri al figliuolo; il quale è naturalmente costretto ad accettare le grazie degli strozzini che gli pigliano il cento per cento - assicurò Gabriele Caligaris, un biondo alto, magro, con un naso pulcinellesco e una barbetta rada: un veneto, del paese di Paolo Cappello.
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L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania 1901
pagine 167 |
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