- Ma come gli è venuto in testa d'innamorarsi di Leona? domandò uno, tanto per dire.
- Come vuoi che gli sia venuto? Così - rispose l'Ozanil, scrollando una spalla. - Se Leona gli avesse dato subito retta, a quest'ora lui ne avrebbe fin sui capelli; invece l'ha messo bravamente alla porta, e il ragazzo, si sa, dà in ismanie.
- Ma è proprio onesta, Leona? - domandò qualcuno. Il Sant'Elmo fece un mezzo sogghigno; il Caligaris rispose:
- No, no, è inutile che tu faccia l'uomo superiore, mio caro. Onesta, onesta. Forse non sarà sempre tale, perché ha un po' troppo cuore.
- Io poi sarei curioso di sapere perché Leona, che riceve tutti noialtri, proibisce soltanto a Paolo di metter piede in casa sua - domandò l'Ozanil.
- Oh Dio! Capisci, Paolo era troppo noioso. Tutto il giorno da lei a frignare; e poi la sera, sempre tra i piedi dei servi, degli scudieri, delle cavallerizze, per cogliere il momento di farle la solita dichiarazione; e non basta: pretendeva anche che Leona dovesse ricevere lui solo, perché era geloso; sicuro, geloso di tutti noi!
- Poveraccio! - esclamò il Sant'Elmo ridendo e scrollando la testa in atto di compassione alquanto beffarda.
- Senti questa - raccontò l'Ozanil - una sera le rubò una pantofola, e non gliela voleva più dare. Lei a corrergli dietro, lui a girar per la casa: noi ci si teneva i fianchi dal ridere: una commedia ti dico!
- O quando si era nascosto carponi sotto il suo letto, e non voleva più uscirne? - gridò il Sant'Elmo.
- La Leona mi ha raccontato che quando lo mise alla porta, lui, dopo averla minacciata, supplicata, ingiuriata, alla fine si lasciò cadere per terra sul pianerottolo, e scoppiò in un pianto dirotto.
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L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania 1901
pagine 167 |
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