Donna Ortensia d'Agrippa, che era stata la prima iniziatrice di Paolo ai misteri d'amore, guidava ella medesima il suo calesse per tutti i viali, cercando con i grandi occhi, irrequieti, invasa dalla smania di assistere a quello scandalo.
Paolo andava al passo. Fece il viale d'ingresso tra le querce giovani che si arrampicavano e si spargevano per un'ascesa ineguale da un lato, e si diradavano per una discesa più ripida dall'altra; giunse alla prima fontana, il cui zampillo alto brillava come un diamante nel vespero chiaro, e svoltò a destra. Gli passavano accanto vetture larghe e pesanti di monsignori, vetture agili e preste di sportsman, carrozze eleganti di famiglie signorili e sgangherate carrozze di rimessa, uomini a cavallo e uomini a piedi; delle voci, delle risa, dei brani di conversazione salivano fino a lui dai gruppi di gente che si lasciava dietro: egli badava soltanto a carezzare il collo del suo cavallo, e guardava giù in fondo, tra la foresta che si raffittiva lasciando appena intravvedere ogni tanto la barra d'oro luminoso del tramonto autunnale.
Passò tra i due obelischi di mattone rosso senza neanche vederli: era come trasognato; in fondo gli seccava d'aver fatto quella scommessa. S'era accorto dai visi, dai gesti, dalle parole delle persone di sua conoscenza, che la notizia si era sparsa più assai che egli non avesse preveduto o voluto; e avrebbe desiderato potersi tirare indietro, ma la paura del ridicolo lo pungeva forte.
Il tramonto era assai dolce. Fra le grandi palme che spandevano qua e là la gloria delle loro fronde, tra gli abeti che ergevano i piani digradanti della loro architettura da tempio orientale, tra l'esercito delle querce che si disperdevano in tronchi innumerevoli per ogni lato della villa, apparivano dei lembi di cielo giallo, di un giallo sulfureo, orlati di un rosso vivo che si andava dileguando e moriva in un azzurro di cenere.
| |
L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania 1901
pagine 167 |
|
|
Ortensia Agrippa Paolo
|