Invano Paolo, che era rimasto indietro nel palco, si dibatteva sulla sua seggiola, e l'ammoniva di stare tranquilla: ella gli volgeva il bel viso annegato di una gioia infantile, e gli rispondeva:
- Oh mi diverto, mi diverto tanto!
E codesto era detto con tale abbondanza di cuore, che l'amante non aveva coraggio di replicare.
A poco a poco, ubbriacata da quella larga e gioconda effusione meridionale che rispondeva così bene al suo temperamento, anche Leona cominciò a pigliare parte alla gara di motteggi fra attori e spettatori. I guappi e le vaiasse della platea, vedendo una signora così perbene far lega con loro, dapprima la guardarono ridendo e battendo le mani; poi, con simpatia più clamorosa, l'apostrofarono direttamente, tutte le volte che lei dava una risposta salata ai lazzi di Pulcinella; e quando questi, sulla fine della commedia, accortosi della patria di lei e dell'esaltazione che ella destava nel pubblico, la salutò, a sproposito, con questo madrigale di basso porto spagnolizzato per la circostanza: - Evviva las sciascionas espagnolas! - Un urlo di entusiasmo indescrivibile empì il teatro; tutti si levarono in piedi agitando i fazzoletti, e il conte fu appena a tempo di trascinare Leona fuori del palco: ancora un istante e quella plebe così eccitabile, cordiale e chiassona, l'avrebbe portata in trionfo per via Toledo.
III
La vigilia di Natale, verso le otto di sera, Leona, appoggiata al braccio di Paolo, scendeva per via Toledo, un po' stordita dal gran viavai della gente e della gazzarra che facevano i venditori ambulanti, quelli davanti le bancarelle piantate sull'orlo del marciapiede, quelli ritti sulle soglie delle botteghe.
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L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania 1901
pagine 167 |
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