Disse fra sé con fervore devoto, giungendo le mani: - Dio mio! fatemelo trovare... - E improvvisamente le venne un'ispirazione, di quelle che parrebbero meravigliose a qualcuno, se non fosse accaduto a tutti di averne. Soggiunse riconfortata: - Deve essere tornato in casa. - Si accostò a una vettura pubblica, i cui fanali gialli languivano fra una nebbia sottile: il vetturino, avvolto in un gran pastrano, dormicchiava in serpa. Salì in vettura, e gli gridò l'indirizzo di casa sua. La vettura partì.
Dopo qualche minuto, ella si ritrovò davanti al portone. Suonò, reprimendo a stento i battiti del cuore; Marianna venne ad aprire, e le disse subito, a bassa voce:
- È tornato, è tornato. Benedetta voi: perché siete uscita?
Leona non rispose, e si avviò diritta in camera. Alzò la portiera, vide Paolo seduto su una poltrona ai piedi del letto e, senza neanche levarsi il cappellino, corse e gli si gettò ai piedi, singhiozzando come una disperata.
Il giovane, che non si aspettava quella uscita, rimase un po' interdetto. Ma riacquistò subito il suo sangue freddo, e mettendo la mano sulla testa di Leona che gliela aveva appoggiata sui ginocchi, le domandò dolcemente:
- Che hai? perché piangi?
- Piango... piango... - rispose lei stentando a profferire la sillaba - perché tu te ne sei andato.
- Me ne sono andato, sicuro: non volevo mica stare ad ascoltare la storia delle tue tenerezze con i tuoi compagni del Circo rispose il giovane amaramente.
- Non è vero: non è vero! quella donna era ubriaca!
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L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania 1901
pagine 167 |
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Marianna Paolo Leona Circo Dio
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