Doveva pensarci lui a raggentilirla.
In queste meditazioni seguitava a carezzarla: le ravviava i capelli, la baciava piano sull'orecchio; le poneva la testa sul seno, silenziosamente. Ella gli disse:
- Giurami che non mi lascerai più, mai più.
- Lo giuro - rispose Paolo.
Allora ella gli mise le braccia attorno al collo, e gli diede un gran bacio sulla bocca. Egli ebbe un fremito, e si avviticchiò, tutto, vibrando, al corpo di lei. Ma come ella gli vide luccicar gli occhi di desiderio, si alzò, e protendendo le mani, gli comandò dolcemente:
- No, non si può!
- Perché non si può? - fece lui con voce bassa, un po' arrantolata.
- Porque es la Noche Buena!
Egli non seppe tenersi dal ridere. Dove diavolo mai andava a cacciarsi la religione! La ragazza soggiunse, esitando e arrossendo:
- È anche troppo che, una notte come questa, siamo in peccato mortale.
Il pensiero del matrimonio, che balenò a quelle parole nella mente del giovane, gli produsse un senso invincibile di paura e di ripugnanza. Egli non aveva riflettuto mai a questo: ora, l'idea che ella ci riflettesse, gli produsse, insieme a un grande imbarazzo, un'improvvisa freddezza. Che quella donna non fosse la grande innocente che egli si era immaginato fino allora?
Oh, ma se calcolava su quello, aveva fatto molto male i suoi conti!
Leona gli dovette leggere in viso ciò che accadeva nel cuore di lui, perché riprese con voce triste, ma ferma:
- Non parlavo di te, io! non sei tu che devi rendere conto a Dio del nostro peccato. Tu non puoi fare altrimenti: lo sapevo, lo so.
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L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania 1901
pagine 167 |
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Paolo Noche Buena Dio
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