Leona, sempre più ebbra di quella melodia innamorata e selvaggia che schioccava e vibrava come una frusta, seguitava a cantare:
Arza, olé!
Yo soy la Juanita, yo soy el lucero,
Yo soy la gachona de mi real torero...
- Sarebbe per caso quel David, il tuo real torero? - interruppe Paolo a denti stretti e in tono beffardo, allungando il collo fra le portiere.
Ella voltò appena la testa; ma senza guardare il suo amante, e scoppiò in una lunga risata nervosa, che a poco a poco divenne singulto, poi singhiozzò, finché, abbassata la testa fra le mani, ella non diede in un pianto irrefrenabile..
Paolo, immensamente seccato, esclamò:
- Ah si ricomincia con le lacrime, adesso!
Avrebbe voluto piantarla e andarsene; ma un po' il buon cuore, che in fondo aveva davvero, un po' la debolezza del carattere, lo trattennero lì. E come Leona seguitava.
- Mi fai il famoso piacere - le disse - di spiegarmi che cosa hai?
- Ho... ho... - rispose lei - che tu mi accusi sempre di quello che non mi merito.
- Perché ti ho domandato se il tuo real torero era David? Eh, cantavi così convinta, che mi sono immaginato che a qualcuno alludessi sul serio!
- O mamma mia! o mamma mia! - singhiozzava dolorosamente Leona, la testa nascosta nel braccio.
- Ebbene, mi sarò ingannato: ti chiedo scusa; ma chètati. - E la baciava svogliatamente, per consolarla. Lei, a poco a poco, smise di piangere; e allora Paolo disse:
- La verità è che noi qui la sera, soli come cani, non sappiamo che cosa fare. Bisognerà uscire, far venire qualche amico, chiacchierare, distrarsi, che diavolo!
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L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania 1901
pagine 167 |
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