Ricordatevi che io vi amo, davvero; a modo mio, ma vi amo; perché siete in fondo una buona ragazza, e ve lo meritate. Voi sapete la mia posizione. Sono solo, e non dipendo da alcuno. Non fate spropositi, non ne mette conto... E qualunque cosa vi possa bisognare... credete, non sono mica così cattivo come si crede...
- Grazie, grazie... - disse Leona, con un sorriso disfatto; e gli strinse la mano. - Arrivederci!
Gabriele Caligaris uscì. Leona, come trasognata, stette immobile in piedi, gli occhi fissi nel vuoto; poi, lentamente, si accostò al piano, sedette, e su una melodia di una tenerezza, di una tristezza infinita cominciò a cantare con voce che più non era la sua:
Me han dicho de que te casasAsí lo dice la gente
Y todo sera en un diaTu casamiento y mi muerte...
Sospirò convulsamente due o tre volte, come se qualcosa le volesse uscire dal petto; poi ripigliò:
Quien me ha de querer a mi
Sabiendo lo que te quieroY que me muero por ti...
A questo punto un singulto uscì dal petto della cantatrice: ella non poté seguitare; il pianto che le faceva groppo alla gola, proruppe: ella si abbatté disperatamente sulla tastiera, e diede sfogo all'angoscia che la opprimeva. Singhiozzava, singhiozzava, né c'era alcuno in quella stanza larga e magnifica, piena di tappeti, di arazzi, di gingilli e di fiori, che la consolasse: la luna immobile e pura, in mezzo al cielo, versava per la finestra una striscia di un candore luminoso fin sulla testa della bella creatura sofferente.
Quando ella si fu un po' sollevata, andò in camera.
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L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania 1901
pagine 167 |
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Leona Caligaris Leona
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