La tappezzeria della camera, tutta rossa, di stile araldico, a grandi leoni rampanti, che scintillavano nella luce degli alti candelabri di bronzo, metteva quasi nei convitati una maggiore allegria: due enormi mazzi di fiori, ai due lati della lunga tavola, esalavano una fragranza acuta.
- A proposito - disse un giovane biondo che sedeva dirimpetto a Leona - voi che venite da Nizza! ma è poi vera la storia del duello fra Luigia Satin e Maria Landi?
- Diavolo! - disse il capitano di cavalleria, scrollando una spalla - ne parlava anche oggi il Gil Blas.
- Vero, vero, verissimo! - esclamò, col suo dolce accento castigliano Leona, interrompendo una conversazione con Giorgio Ozanil, i cui occhi sfavillavano d'ilarità, come al solito.
- E com'è andata? - riprese il giovane biondo.
- È andata così. Luigia Satin era l'amante del marchese di Morales, un americano, brutto, ma brutto!... una scimmia. Maria Landi glielo portò via. Luigia Satin, non sapendo come sfogare la sua rabbia, perché il marchese le dava quanti denari voleva, una sera, a teatro, mentre Maria al braccio del duca attraversava il vestibolo, le diede di "stracciona di un'italiana". Maria si voltò, e le ruppe il ventaglio sul muso. Le separarono; ma il giorno dopo Luigia Satin mandò a sfidare la rivale. Muy bien, non e vero?
- E come andò a finire?
- Scesero sul terreno. Ma siccome le donne non si intendevano di duelli, invitarono a dirigere il combattimento il capitano Fallardi: voi lo conoscete, Mineo? - soggiunse Leona, guardando l'ufficiale di cavalleria.
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L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania 1901
pagine 167 |
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