Un carretto giaceva rovesciato in un angolo dello stanzone; su quattro legna che ardevano per terra, un paiuolo bolliva. Oh come sarebbe stata felice se avesse potuto passare la vita colà, come una buona massaia, in mezzo alle galline! E come la padrona rientrava, ella le chiese:
- Quanto pagate di pigione?
La donna si voltò tenendo in mano un piatto, e rispose:
- Cinquanta lire al mese! Abbiamo cinque stanze grandi al piano superiore, il pollaio e l'orto. - E disparve.
Di lì a poco ricomparve, portando la frittata. Leona si mise a mangiarla con appetito; Paolo sembrava svogliato, e rivolgeva ogni tanto dei sorrisi supplichevoli alla sua arnica.
- Di' la verità - domandò lei, ridendo - non ti ci puoi vedere tu qui! Sei un raffinato, tu!
- Quando sono con te, mi trovo bene dappertutto, bambina! - rispose Paolo carezzandole i capelli con tenerezza.
Ella si levò, e andò ad abbracciarlo furiosamente. La donna, che li guardava, rideva e mormorava:
- Eh, beati loro che sono giovani e signori!
Dopo la frittata, Leona volle anche il formaggio, un'insalata e delle frutta. Poi si fece dare da Paolo una sigaretta, e l'accese.
- Com'è bella la vita! - esclamò, lanciando in aria una boccata di fumo.
- Ma è antico questo locale? - domandò Paolo a sua volta.
- Questo era un Circo, il Circo di Romolo - rispose la donna guercia con una certa superbia.
Ma Leona, sentendo parlare di archeologia, fu invasa da una grande paura; si rimise in fretta e in furia la mantellina e il cappello di paglia, che si era levati per fare colazione, e corse verso l'uscita.
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L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania 1901
pagine 167 |
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