- Via del Governo Vecchio, 16 - disse Paolo, salendo. Il legno partì.
- Quando si dice nascere disgraziati! - pensava il giovane, allungando le gambe e tirando larghe boccate di fumo dalla sua sigaretta. - Pareva che tutto mi andasse così bene, e..., sissignori! ecco che mi trovo in un imbroglio peggiore degli alti. Che dirò adesso a quella vecchia del diavolo?... Eppure, qualcosa bisognerà bene che le dica... Basta; qualcosa troverò... E poi, se non se ne contenta, servo!... Ma se ne contenterà, oh, se ne contenterà! Figurarsi!... Il peggio è se se ne accorge quest'altra!... Oh, le donne!... che piaghe d'Egitto!... Ma già, in un modo o nell'altro, bisognerà che la faccia finita...
Volgendo tali pensieri nell'animo, giunse al luogo del convegno. Pagò il vetturino e, per una scala stretta e oscura, giunse al primo piano; infilò la chiave nell'uscio ed entrò.
In mezzo a un volgare salotto tappezzato di carta a grandi rosoni rossi su fondo grigio, la signora von Moos se ne stava seduta in una poltrona, tenendosi una mano sugli occhi e l'altra abbandonata sul fianco, in un atteggiamento troppo bello per non essere premeditato. Quella curiosa donna, tutta imbevuta dei romanzi francesi che leggeva da mattina a sera per secondare i suoi gusti sentimentali, aveva preso a tal segno l'abitudine della posa romanzesca, che non le riusciva di smetterla neanche in momenti di vero dolore.
Quando Paolo entrò, ella finse di non sentirlo, e non si mosse.
Il giovane, che già conosceva quella maniera di fare, le disse freddamente:
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L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania 1901
pagine 167 |
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