D'altra parte, l'estate avanzava a grandi passi; la gente partiva da Roma per recarsi ai bagni o in villeggiatura, e la casa dei von Moos era rimasta deserta. Finite le feste, finite le allegre cene: oltre a Paolo, solo alcuni impiegati superiori e alcuni banchieri frequentavano ancora quelle sale. Paolo e "le Indivisibili" ora uscivano di buon mattino, a piedi o a cavallo, per recarsi a Villa Borghese o a Villa Pamphili o fuori le porte in campagna; ora rimanevano in casa a fare della musica, a chiacchierare, a leggere, a scherzare. Quando capitava la zia, i cui convegni con Paolo in via del Governo Vecchio seguitavano come prima, ella copriva di uno sguardo di materna intenerimento i tre giovani, e li ammoniva come dei bambini:
- Paolo, non fate arrabbiare troppo Titina bella!
- Titina, smetti di rifare il verso a quel povero Paolo!
- Adele, tu che sei la più saggia, vedi un po' di far stare a segno quei monelli!...
E diceva tutto questo, la testa reclinata da una parte, posando a estatica, sorridendo di commozione tra quel suo continuo strascicamento dell'erre che aggiungeva un non so che di comico a quelle sue lezie mature. E non usciva dal salotto che non levasse gli occhi al cielo, agitando le mani per aria, e mormorando:
- Ragazzi!... veri ragazzi...
I tre, naturalmente, le ridevano dietro. Ormai Margherita sapeva, di sua zia, vita, morte e miracoli; perché Paolo l'aveva, tacendo solo dei suoi rapporti con lei, istruita di tutto.
- La zia la sa lunga - diceva ogni tanto Margherita, anche davanti a tutti, scoppiando in una risata, e guardando Paolo, quasi che egli solo potesse intendere il significato che lei dava a quella frase.
| |
L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania 1901
pagine 167 |
|
|
Roma Moos Paolo Indivisibili Villa Borghese Villa Pamphili Paolo Governo Vecchio Titina Paolo Margherita Paolo Margherita Paolo Paolo
|