- È straordinario come la vecchia diventi scrupolosa quando si tratta degli altri... Ah, ma se credono di tormentare me...
E digrignando i denti, diede, per sfogare i suoi nervi, un colpo di frustino al cavallo, che prese il galoppo. Paolo la seguì, gridandole: - Fermate! Fermate! - Allora lei, che sentiva l'animale accelerare vieppiù ogni momento la corsa, cercò di trattenerlo.
Ma era troppo tardi. Il cavallo, fuori di sé, andava di tutta carriera. Gli alberi, le case lontane, il gran cielo fiammante, parevano girare intorno all'amazzone: la pianura era immensa. Ella si sentiva venire le vertigini: il cappello cilindrico le cadde per terra; i capelli le si disciolsero sulle spalle, come un fiume d'oro. Improvvisamente si sentì vacillare: le mani non reggevano più le redini; ebbe paura. Udiva Paolo galopparle alle spalle, e gridarle: - Fermate! Fermate! - con voce rauca; avrebbe voluto saltar a terra, a costo di spezzarsi una gamba; ma il cavallo volava come una freccia. Ella pensò:
- È stupido morire così - e fece un ultimo sforzo, per arrestare quella corsa. Invano. Non aveva più forza, le braccia le si erano aggranchite, un sudore freddo le saliva alle tempie. - Fermate! Fermate! - gridava Paolo che non riusciva a raggiungerla.
- Non posso - ella rispose debolmente, provando una sensazione di vuoto, quasi che si sentisse mancare. Aveva già chiuso gli occhi e quasi lasciate le briglie, quando Paolo arrivò abbastanza vicino da dare una scudisciata terribile al cavallo, e fermarlo di botto.
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L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania 1901
pagine 167 |
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Paolo Paolo Paolo Paolo
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