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      Come finì, e i cavalli rientrarono di corsa, l'uno dopo l'altro, nella scuderia, il pubblico scoppiò in applausi. Miss Ea si inchinò profondamente a salutare; poi con un piccolo salto, disparve.
      L'orchestrina ricominciò un tempo di galoppo; e apparve madamigella Alma, la famosa volteggiatrice. Dopo uno o due giri sul suo cavallo baio, si rizzò in piedi e cominciò a saltare i cerchi rossi, verdi, bianchi, turchini, che dei clowns rumorosi e litigiosi le reggevano in alto. Poi si lasciò scivolare dal cavallo, lo raggiunse, e di un balzo vi saltò su in piedi, senza perdere l'equilibrio, mentre il cavallo correva. Poi fece altri giuochi, dei soliti, riscuotendo qualche applauso svogliato; salutò e rientrò nella scuderia.
      - Que tonteria! - fu il giudizio di Leona, mentre il povero Nazareno, che non si era trovato mai a un simile spettacolo, diritto dietro a lei, guardava con la bocca spalancata dall'ammirazione.
      Gli esercizi si succedevano agli esercizi; ma il teatro restava freddo: non c'era l'artista che sapesse elettrizzare gli spettatori. Ah, se ci fosse stata lei su uno di quei cavalli! E di nuovo Leona si rivedeva su quell'arena; calcolava la leggerezza, l'agilità, la grazia delle proprie membra; si immaginava di fare i volteggi che aveva già fatto, fino ad affrontare veramente il pericolo, fino a strappare l'applauso formidabile della gran folla inebbriata: le guance le ardevano, gli occhi le luccicavano. Inconsapevolmente un grido le uscì dalla gola, accompagnato da un gesto vigoroso del braccio:


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L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania
1901 pagine 167

   





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