Fissò Leona senza riconoscerla subito, e cominciò:
- La signora desidera?..
Ma quando udì la voce della donna, fece un atto di stupore, e le tese le mani.
- Tu? tu qui? e come mai? Vieni, vieni.
- Voglio vedere Campeador - disse ella, andando avanti.
- Si ritorna agli antichi amori, eh? - fece il direttore, sorridendo bonariamente.
Lungo la scuderia, illuminata dalle fiammelle vive del gas, una doppia fila di cavalli stava, da una parte e dall'altra, davanti le mangiatoie. I dodici cavalli bianchi erano i primi; poi ne venivano degli altri; alla fine il signor Balzano disse:
- Ecco Campeador.
- Campeador! Campeador! - gridò la giovane donna con accento di giubilo e di tenerezza profonda.
La nobile bestia voltò la bella testa e levò gli occhi umani verso Leona; un fremito corse lungo il suo fianco ancora polveroso e, come non era legato, si voltò a mezzo e cominciò a nitrire, a sbruffare, ad accennare quasi con la testa, a raspare con le zampe la terra, riconoscendo l'amica.
- Campeador! pobre amigo! mi riconosci? riconosci la tua povera Leona? - gli diceva lei carezzandogli i fianchi, il collo e la testa con la bella mano profumata, coprendogli di baci la fronte e gli occhi, avvicinando la propria testa a quella del superbo animale. - Oh sì! tu ti ricordi; tu non sei ingrato, povero Campeador! - E seguitava a palparlo e a baciarlo, sempre, con un ardore di affetto indicibile, con la tenerezza disperata di un distacco supremo. Campeador batteva con la zampa la terra, e sospirava forte; il suo bel pelo fremeva sotto i baci della donna; le sue larghe e fredde narici si piegavano a soffregare la mano piccola e bianca che gli prodigava carezze; i suoi grandi occhi tristi e pensosi, fissando Leona, erano umidi come di pianto.
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L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania 1901
pagine 167 |
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