Pagina (155/167)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      I timbri le rivelavano quelle di data recente: le aprì, le lesse a una a una: erano sottoscritte: «Vittoria Moos» o «Vittoria » o «Vitt.» senz'altro. C'erano anche dei telegrammi con la stessa firma, che davano o rimandavano convegni, che avvisavano, che supplicavano. Le parole di Gabriele Caligaris le tornavano in mente; anche le tornavano in mente certe frasi di Paolo a proposito della ricchezza del banchiere tedesco: ciò nonostante ella non si raccapezzava. In quelle lettere si parlava di un marito, dei rischi e delle angustie di una falsa posizione, del terrore di essere sorpresa. No, non poteva essere lei! E seguitava a leggere: - «Che fatalità! La persona di cui mi servivo e sulla quale avevo intera fiducia, per una questione avuta con altri di famiglia, lascia il suo servizio domani, cosicché tu non mi scriverai, bambino mio, finche io non ti avvisi di aver trovato un altro mezzo sicuro per avere le tue lettere». - «Grazie per questa tua santa lettera: la nobiltà dell'anima tua è pari alla tua gentilezza. Io ti amo per questo e per altro, tesoro! Non temere, io sarò all'altezza dei tuoi sentimenti elevati. Vorrei poterti dimostrare che, per amor tuo, io sono capace di qualunque sacrificio». - «Io so come tutto questo andrà a finire... ma non funestiamoci pensando all'avvenire. Tu mi dici ora, fanciullo mio, che mi ami; e io voglio crederti, chiudo gli occhi e non voglio riflettere ad altro e non voglio sapere più nulla».
      Tutto questo accadeva tra l'aprile e il maggio.
      Improvvisamente, una lettera dell'agosto diceva: «Margherita mi ha confessato ogni cosa.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania
1901 pagine 167

   





Moos Gabriele Caligaris Paolo Vittoria Vittoria Margherita