Ho pianto, mi sono disperata, avrei ucciso con le mie mani quella crudele fanciulla; ma ora mi sono rassegnata. Del resto, me l'aspettavo; ma avrei voluto che tu avessi la franchezza di dirmi tutto, di non lasciarmi illusioni. Tu sai bene, cuor mio, che io avrei fatto di tutto per vederti felice. Oramai io sono vecchia; voialtri siete giovani tutti e due, e vi amerete, e sarete felici. Sia fatta la volontà del Signore. Tu sei stato sempre il mio figliuolo adorato: ora lo sarai di fatto e di nome. Io vedrò di fare intendere la cosa a mio marito, e voialtri due, buone e adorate creature, benedirete la vostra povera madre che, simile al pellicano, si strappa il cuore per voi. Chino la testa, e piango».
Finalmente Leona intendeva. Non sapendo che Margherita era nipote del banchiere, si immaginò che ne fosse la figliola; e un'onda di disgusto le salì su dal cuore. Anche questo: egli sposava la figlia dopo essere stato l'amante della madre! Oh, ma si poteva essere dunque più abbietto di così?
Improvvisamente, ella udì, nell'altra stanza, la voce di Paolo. In fretta e in furia, si cacciò in tasca quelle lettere, richiuse il cassetto e, per non dar sospetti, si affacciò alla finestra.
- Leona! - disse Paolo, fermandosi in mezzo alla stanza.
- Eh! - fece lei, tranquilla, voltandosi.
- Guarda che stasera non torno: mia madre mi vuole con sé all'albergo!
- Va bene - rispose la donna.
Ma quando egli si avviò per uscire, lei lo trattenne con un gesto.
- E - disse - non tornerai neppure domani, nevvero?
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L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania 1901
pagine 167 |
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Leona Margherita Paolo Paolo
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