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      - Ma lui! lui! - proruppe la donna singhiozzando - lui che sposa la figlia di una sua amante, una vecchia...
      - Calmatevi, figliola, calmatevi! - insisteva la voce.
      Ella soffocò il pianto; riprese:
      - Gli devo lasciare far questo?
      - Benedetta figliola! pensate a confessare i peccati vostri, non quelli degli altri.
      - Oh padre! se mi abbandona lei!...
      - Abbiate pazienza, figliola - riprese la voce, con un accento di persuasione paterna - ma io son qua per confessare tutti, santa pazienza! Vedete quanta altra gente che aspetta! Abbiate pazienza, figliola, figliola mia! Questo con la confessione non c'entra. Oh, Signore! Non ci mancherebbe altro che ognuno venisse qui a raccontarmi i suoi guai! Voi vivete in peccato mortale; volete seguitare a vivere in peccato mortale; e che volete che vi dica, Signore del Paradiso!
      Ella si alzò stupefatta, senza rispondere, e se ne andò barcollando; un'altra prese il suo posto.
      Uscita dalla chiesa, Leona chiamò un legno e vi salì dentro. Improvvisamente, mentre si adagiava sui cuscini, le venne un'altra idea; il suo viso parve rischiararsi un momento. Ordinò al cocchiere:
      - Albergo della Minerva.
      Sapeva che la madre di Paolo era lì, e le voleva consegnare le lettere della von Moos, affinché la contessa, che certo ignorava la tresca anteriore, si opponesse a quel matrimonio. Paolo non sarebbe stato più suo, ma non sarebbe stato neppure di quell'altra. La contessa, certo, non avrebbe voluto tener mano a un'infamia di quella sorta. E cercò di nuovo in tasca per assicurarsi che le lettere c'erano davvero.


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L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania
1901 pagine 167

   





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