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      - Mi fate il piacere?
      Ella era triste, molto triste; ma provava, in fondo, una gran calma, un benessere di rinnovamento, quale si prova in convalescenza, dopo una malattia lunga e mortale.
      Eppure l'uomo che ella aveva creduto di amare fino a due giorni avanti, si trovava in fin di vita, e lo aveva perduto per sempre. Si era dunque ingannata? Non lo aveva mai amato? Ma due giorni avanti le era parso di morire dalla disperazione. Era forse l'orgoglio offeso? E l'amore non era fatto d'altro che di abitudine e di amor proprio? Non sapeva, non comprendeva; questo sentiva soltanto, che il suo cuore, improvvisamente, era entrato nel buio, si era chiuso come una tomba, dove non c'era più né desiderio, né speranza, né dolore, né nulla. Era questo, dunque, l'amore? E, come l'orchestra attaccò un tempo di galoppo, ella, con il frustino, si mise a batterne il tempo sulla pettiniera ingombra: un vaso di pomata rosea cadde per terra, e si ruppe.


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L'innamorata
di Contessa Lara
Giannotta Catania
1901 pagine 167