Giacché il Granduca, pel primo, aveva avuto quella felicissima idea, non ostante che non gli riuscisse poi d'attuarla, i francesi credettero ben fatto di sfruttare l'odiosità ch'egli s'era tirato addosso, per trarla a lor vantaggio.
Cosicché il 1° maggio, il Cellesi, "segretario della giurisdizione" mandò fuori un editto per raccogliere gli argenti e gli ori superflui nei luoghi destinati al culto, poiché anche "l'antico governo aveva dato l'esempio d'una raccolta d'argenteria superflua". Gli oggetti da consegnarsi dovevano esser portati entro tre giorni alla Zecca di Firenze, per farne tanta moneta.
Questa misura colpiva anche le sinagoghe e le chiese di altro rito, eccettuati soltanto gli spedali.
Si concedeva per uso ecclesiastico ad ogni chiesa, monastero, convento o luogo pio, un ostensorio, purché non ne avessero un altro di metallo!; i calici e le pissidi non aventi che la sola coppa d'argento, e se in qualche chiesa fossero tutti d'argento, se ne lasciassero il minor numero possibile per l'uso di essa. Eran pure esclusi dalla consegna "i piccoli vasi da olio santo e da crisma," gli ornati uniti alle immagini o ad altri lavori che non potessero levarsi senza "deturpare l'opera:" che, del resto, avrebbero dovuto portare alla Zecca anche quelli. Ma ciò che non veniva escluso, erano "gli ornati, benché di sfoglia, di quelli arredi di chiesa, che si riservano per le pompe e funzioni straordinarie."
Al governo francese piaceva la semplicità, specialmente nelle tasche dei cittadini!
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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