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      Gli aretini poi dalla regina Carolina di Napoli, che passava da Firenze per andare a Trieste erano eccitati sempre di più. Tutto questo giovò a Napoleone, il quale pensò subito a rifarsi degli smacchi subìti, occupando il 18 ottobre I799 Livorno e bombardando Arezzo, ed entrando poi di nuovo in Firenze con le sue truppe, che portarono come trofeo di guerra, otto bandiere tolte agli aretini, diciotto cannoni e trecento prigionieri.
      Quando pareva che a poco a poco si mettesse un po' d'ordine, la Toscana dopo nuovo alternarsi di governi provvisorii, e di ritornare a ciò che poc'anzi, via via aveva lasciato, ebbe, diciamo così, la promozione. Essa fu convertita in regno d'Etruria, mediante il trattato di Luneville, passando in dominio ai Borboni i quali cederono in cambio di essa a Napoleone, proprio come se fosse stata roba sua, Parma e Piacenza, perché ne ingrandisse lo Stato Cisalpino. Regnanti e console si barattavan provincie e popoli, come i ragazzi fanno dei giuocattoli.
      E giacché li lasciavan fare, facevan bene.
      Il 15 ottobre 1800 i francesi rioccuparono la Toscana per conto della Spagna. La miseria era estrema, specialmente nel medio ceto a causa dei molti impiegati licenziati perché d'opinioni contrarie alla repubblica, e dei commercianti che si trovavano in difficili condizioni per esser fermi i porti, ai quali non approdavan più i bastimenti che portavano il grano. Cosicché i francesi, per togliere una delle tante cagioni di malcontento, pensarono di occupare tutta questa gente, ridotta senza aver da mangiare facendo costruire un loggiato dalla parte esterna della porta alla Croce che fu di grande comodità quando nei giorni di mercato pioveva.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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